martedì 5 luglio 2016

Raw episodio 6 (22 febbraio 1993)



Raw 06
22 febbraio 1993 da New York (New York)
Durata show: 46:50

Il ritorno di Hulk Hogan è sicuramente il momento più atteso dello show, si era ritirato dopo un match vinto per squalifica contro Sid Vicious a Wrestlemania VIII (il main event). Però i vari problemi interni alla federazione come l’abbandono di Ric Flair e Ultimate Warrior hanno portato la WWF a ingaggiarlo nuovamente.

Bam Bam Bigelow vs. Scott Taylor
Scott Taylor è il futuro Scotty 2 Hotty (si parla di parecchi anni di distanza), qui ancora pieno di capelli ma senza popolarità. Sfida facile e veloce che si chiude dopo il Diving Headbutt di Bam Bam dopo 3 minuti. 3/10, il pubblico sembra preso da Bam Bam, o forse erano contenti di passare a qualcosa che attendono di più.

Hulk Hogan viene intervistato in studio, veste in nero e parla del futuro dell’Hulkamania. Parla di un futuro brillante, purtroppo per lui si rivelerà molto breve e l’anno seguente approderà in WCW dove ne diverrà l’icona principale. Chiaramente Hogan nega di aver mai assunto steroidi ma sa che i suoi fans gli credono. Un po’ troppo calmo rispetto al solito, intervista professionale.

Shawn Michaels & The Beverly Brothers (Beau Beverly & Blake Beverly) vs. Tatanka & The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Strane alleanze, non le vedo particolarmente compatibili. Si va a rivalità separate perché Tatanka è annunciato come rivale di Shawn Michaels a Wrestlemania IX, mentre gli altri due team si affrontano perché… beh, sono entrambi tag team! Michaels si adatta alle tattiche di squadra scorrette dei compagni e fa di tutto per debilitare i rivali, specialmente Brian Knobbs. Quando entra Tatanka, Shawn Michaels è in netta difficoltà e un Powerslam e il successivo Flying Elbow Smash potrebbero chiudere la sfida, ma non basta. I Nasty Boys tengono all’esterno i Beverly Brothers e Tatanka va a schienare Michaels per la vittoria dopo un Roll-up a 12 minuti e 40 secondi. 6.5/10, il match è godibile e secondo me è uno fra i migliori che potessero fare a Raw, manda avanti due rivalità allo stesso tempo, perciò funziona.

Vengono mostrati i fan che attendono l’arrivo di Hulk Hogan nell’arena.

Crush vs. Terry Taylor
Taylor a differenza dei tanti jobber che si vedono nelle sfide oppone una discreta resistenza per Crush, pur senza riuscire ad urtarlo. Crush si riprende e con poche manovre ma tutte lente e svogliate distrugge Taylor e lo sottomette con la Skull Crush, che come dice il nome è una presa alla testa da entrambi i lati come se potesse comprimergli la testa. Vittoria in 3 minuti e 46 secondi. 3/10, poche manovre da vedere ed è già il secondo match a senso unico.
Crush viene aggredito da IRS con la sua valigia e messo KO.

Parte ‘Real American’ e Hulk Hogan fa il suo ritorno con gli immortali colori rosso e giallo. Riceve una buona ovazione ma non da parte di tutta l’arena, la ragione del suo ritorno alla lotta è che vuole aiutare Brutus Beefcake, se poi ci scappa il ritorno nel main event fra un po’ di altruismo qui e là non è un pessimo piano (ma questo non lo dice). Hogan ringrazia Jimmy Hart per non approvare i piani di Ted DiBiase contro Brutus. Il barbiere raggiunge Hulk con il cerotto sul naso (probabilmente rotto), anche da parte sua ringrazia Jimmy Hart, che si presenta come loro manager, abbandonando i Money Inc. La sfida fra i due team diventa ufficiale, ovviamente a Wrestlemania IX. Poi ci sono pose muscolari e festeggiamenti per diversi minuti.

Skinner vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
Ingresso di Undertaker a due minuti dalla fine dello show e si parte con uno stacco pubblicitario, al ritorno i due lottatori sono fuori dal ring… ma il match viene ignorato perché siamo a fine show. Cosa?!? 0/10 perché il match c’è ma non si vede perché si è fatto tardi.

Voto finale: 5/10, sono soddisfatto del segmento di ritorno di Hulk Hogan con il passaggio fra i buoni di Jimmy Hart (telefonato nella puntata precedente). Il 3 vs 3 è un buon match, il resto è ordinaria amministrazione. Pesa l’assenza per un’altra puntata di Bret Hart.

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